martedì 30 ottobre 2007

Disciplina ragazzo, disciplina!

Chi ha avuto la fortuna (?) di assistere alla piccola terapia di gruppo che la classe, molto gentilmente, ha rivolto con l'ascolto ad un povero e senza voce professore (io, appunto) ha ben capito quanto possa amare Kant quando parla della disciplina come conditio sine qua non per un cultura e una coscienza morale che pian piano si acquisisce nella formazione di una persona.


Facciamo un passo indietro però. Perché parlare di disciplina? Cosa si intende per coscienza morale? Chi parla di questo?
Il soggettone in questione è , ovviamente, Kant; sì, lo stesso Kant che ha martorizzato la nostra capacità cognitiva e che, con questi ultimi due post (il secondo sarà sulla Critica della Ragion Pratica), concluderà la sua spirituale presenza nelle mie spiegazioni, lasciando posto ad altri pedagogisti.
Siamo nel 1803: alcuni suoi studenti decidono di raccogliere gli appunti delle sue spiegazioni creandone così un libello che verrà sottoposto al giudizio di Kant. Questi ne apporta piccole modifiche e viene così pubblicato. Esce quindi Ubër Pädagogik, da noi tradotto come La Pedagogia.
Non ci sono grandissime innovazioni, è bene dirlo subito. Però in questo libello Kant compie una conferma e un riassunto di quanto espresso nella sua precedente grande opera che è la Cirtica della Ragion Pratica.
L'obiettivo è lo stesso, infatti: l'autonomia morale.
Come raggiungerla però? Come far sì che il bambino, una volta cresciuto e formato, sappia trovare in sé le leggi che regolamentino il suo corretto agire? Come far sì che la persona educata sia legislatrice della sua stessa morale?
A mò di raggiera, ecco allora collegarsi alla pedagogia alcune diramazioni, che qui elenco per comodità di esposizione:

  • La pedagogia è o fisica o pratica, ovvero o contempla il semplice comportamento legato all'uscita dall'istinto, con le cure del caso che si debbono a lui rivolgere (è il caso della pedagogia fisica) oppure deve interessarsi della personalità dell'educando, dei suoi atteggiamenti e delle sue disposizioni (è il caso di quella pratica);

  • La pedagogia si esplicita tramite un processo educativo che va a cercare tre aspetti della cultura: la prima, legata alla sfera scolastica ovvero il rapporto tra insegnante e discente in un clima di insegnamento, spesso catechetico, la seconda alla sfera pragmatica e quindi afferire al campo della prudenza, i comportamenti iniziali che un precettore o un genitore può dare e, last but not last, alla sfera della moralità con il fine di formare una coscienza morale.

  • La pedagogia muove i primi passi nell'Eteronomia, affidando la propria capacità disciplinare o a un precettore o a leggi e regole esterne, per poi necessariamente divenire Autonoma;

  • Componenti della filosofia dell'educazione alla base della pedagogia sono dunque:
    1. La Disciplina - ovvero la base di ogni cosa, quella che ci preserva dalla selvatichezza in favore dell'umanità, quella senza la quale noi mai e poi mai potremmo essere in seguito acculturati ed educati. Un monolite imprenscindibile!

    2. La Cultura - Ovvero l'istruzione e la formazione attraverso cui un bambino è dapprima infante, educando e scolaro; È il grado dove si può esperire un tipo di istruzione catechetica, ovvero dove si danno le nozioni di base per crescere al fine dell'autonomia personale. Appare chiaro, e se non lo è ve lo dico io, che non c'è il livello della cultura senza che sia completato prima quello della disciplina!

    3. L'Educazione permette al ragazzo (forse già uomo) disciplinato e formato di poter entrare nella società, dandogli quindi tutte le base necessarie per entrare in un mondo del lavoro e relazionarsi, nel totale essere disciplinati (nella CRPr vedremo come questo diviene un imperativo), con gli altri.

    4. La Moralità, ovvero il raggiungimento, tramite un approccio socratico (basato sul dialogo) possibile poiché la persona diviene più grande, della propria autonoma coscienza morale dove trovare tutte le leggi interne che gli consentono di auto-regolamentarsi in qualsiasi situazione si trovi e che gli permettano di fare una politica finalizzata al sommo bene ovvero al bene comune.


Vedete quindi come appare affascinante e seriamente concreto questo tipo di percorso.
Vedremo nel successivo posto come la moralità si intrecci necessariamente al dovere (richiamo alla disciplina della Pedagogia) e all'espressione della massima della propria volontà, ovvero (semplificando) all'espressione della propria volontà.

Concludo dicendo che alla vostra destra, nel box del Materiale Utile, potete trovare la mappa concettuale sulla Pedagogia di Kant!

Ciao ciao ;)

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