martedì 20 novembre 2007

Anna dai capelli O.

Cosa lega una donna (e smettetela immediatamente con i doppi sensi!) a più uomini, medici e uomini di scienza, in un filo diretto con la concreta scoperta della sua parte più intima (ho detto basta...) e più afferente alla sfera sessuale (...stavolta avete passato il limite!)?


Se dietro ogni uomo c'è sempre una donna, dietro Anna O., Bertha Pappenheim, ce ne sono tre, come ricordavamo. Il primo, pur senza averla conosciuta, ha dato ai successivi due luminari il metodo di studiare quel tipo di malattia, conosciuta col nome di Isteria, senza ricorrere più a eziologie e pratiche curative di stampo organico: stiamo parlando dell'esimio dottor Jean-Martin Charcot, direttore e neurologo dell'ospizio della Salpêtrière a Parigi; quest'ultimo contribuì attivamente, attraverso il suo famoso metodo ipnotico, a spalancare, nella persona in analisi, parte dell'universo nascosto allo stato vigile e invalicabile per causa di resistenze coscienti. Tramite l'ipnosi, Charcot fu così il ponte di comunicazione tra Freud, da lui tirocinante, e Breuer, successivamente tutor del nostro Sigmund.
La medesima donna di cui sopra, infatti, fu curata attraverso il metodo ipnotico da Joseph Breuer il quale, nel corso di una seduta, si trovò di fronte una sorta di autoguarigione da un disagio funzionale associato all'isteria, ovvero dall'idrofobia che manifestava la paziente a seguito, come lei stessa ammetterà in ipnosi, di una visione spiacevole (un cagnolino di una antipatica dama di compagnia che beveva in un bicchiere sopra il tavolo, che orrore!). Questa reminiscenza fa capire a Breuer come un disagio organico-funzionale possa essere causato da qualcosa avvenuto nel passato e, una volta reso presente e presentato, come una purificazione, all'altare dell'analista, risolto al meglio. Viene inaugurato così il metodo catartico, poiché si voleva purificare la persona da quanto vi potesse essere di scomodo nel passato del suo vissuto.
Fin qui Freud stava a guardare (ho detto stop ai doppi sensi...). Decise di intervenire perché coinvolto dallo stesso Breuer che si trovava in difficoltà (...) a causa dell'eccessivo ardire della carissima Anna O. che, per dirla alla romana, ci provava a manetta.
Sigmund Freud, che vide i natali a Freiberg, in Moravia, nel 1856, aveva iniziato a capire qualcosa. Intanto non bastava solo purificare il passato, ma entrarne pienamente a contatto e non per pulirlo, ma per risolverlo; poi si interrogò sul dove potevano essere posti questi ricordi o fatti traumatici. Infine, questo strano attaccamenento della paziente verso l'analista, non era solo normale, ma anche essenziale per la cura della malattia psichica.
Stiamo parlando della genesi del concetto di Transfert, ovvero del trasferimento delle ambivalenze contenute nella psiche del pazienza (della paziente in questo caso) verso l'analista, che diventa così rappresentante psichico esterno nel grande teatro del conflitto psicologico tra paziente e paziente.

Freud allora ribalta il metodo catartico-ipnotico in virtù di un altro metodo chiamato metodo psicoanalitico che si basa essenzialmente sul rifiuto dell'ipnosi come metodo per render quiete le difese, in virtù del colloquio, semplice, diretto, continuo e comodo perché esperito sopra un lettino.
Resta la questione degli eventi presenti nel passato. Cosa sono? Dove sono? Soprattutto, come diavolo ci sono finiti questi eventi in questo dove ancora da definire?
Sì signori e signore, stiamo parlando del famoso approccio topico di Freud (e smettetela, che siete grandi!).
Gli eventi che noi, nella fase dello sviluppo, reputiamo scomodi, pericolosi, dannosi, ambivalenti (perché potrebbero essere anche positivi questi eventi, figure, sensazioni) vengono spostati, grazie a dei meccanismi di difesa, in quel grande recipiente altrimenti chiamato inconscio.
Certo sono in buona compagnia perché, assieme ad essi, vi si trovano anche quelle pulsioni di base, utili più avanti, dell'eros e del tanathos nonché un passato che si potrebbe definire stratificato.
Che rapporto ha però l'inconscio con il nostro essere uomini coscienti che vivono?
Da quanto vediamo nelle malattie direi problematico; eppure, nella prima topica freudiana, inconscio e conscio sembrano essere molto separati l'uno dall'altro e comunicano solo in maniera asimmetrica: il conscio può rimuovere nell'inconscio quegli elementi problematici di cui parlavamo; l'inconscio lascia affacciare, tramite percezioni e sensazioni, solo alcuni piccoli elementi dal suo interno. Sarà il preconscio a mettere a disposizioni questi elementi per l'azione critica e attiva del conscio.
Per capire cosa è questo sistema di Percezione-Sensazione, pensiamo ad esempio a ciò che di evidente può generare una turba psichica non pienamente rimossa o che il rimosso torna allo stato latente, nel preconscio; oppure ai famosissimi lapsus (sostituzioni od omissioni verbali-comportamentali); particolare attenzione meritano le associazioni libere, ovvero i collegamenti tra evento passato e momento presente o le costanti linguistiche nel racconto clinico, e i sogni a cui Freud dedicherà un testo fondamentale perché all'Interpretazione dei Sogni del 1899 corrisponderà la nascita ufficiale della psicoanalisi.

Ricapitolo per gli onori di cronaca una cosa che dovete sapere a memoria:
La prima topica teorizzata da Freud è una tripartizione della psiche umana strutturata in conscio, inconscio e preconscio.

A presto per la seconda topica e altre belle cosettine ;)

1 commento:

Sara ha detto...

Scusi se mi intrometto, ma vorrei ribadire il fatto che dietro (ma a volte anche davanti) ad un grande uomo c'è sempre una donna straordinaria. importante però è riconoscerla come tale. Sono curiosa di sapere chi sta dietro ad un uomo che scrive in modo così alternativo articoli di pedagogia e psicologia??
Un cordiale saluto